Just found this, don't know when was posted but written 2016.
https://tinyurl.com/ybe55kko
The link goes to a very long Google link to Toyo University and a pdf of a lecture on Kano shihan and Inoue Enryo, the founder of Toyo University.
There is a very long excerpt in Italian of a description of Kano shihan by Mifune Kyuzo. Sorry for the format and paging info; for a better view try the link above.
I find it odd that the lecturer, a Japanese, would not go to the source in Japanese, or is it possible that this is in fact an Italian essay by Mifune?
I can't find the reference online, even on Busen Milano's website:
Mifune Kyuzo, “Non c’è fine alla Via dell’adattabilità e il cuore non vi scorge nemici”,
Cesare Barioli diretto., Quaderni del Busen, No.1, Kyu-Shin Do, Milano, Dicembre
1991, pp. 29-31.
Any ideas would be welcome.
"Kano Jigoro’s Life and Mifune Kyuzo’s View on Kano
Mifune Kyuzo was one of the most important collaborators in the establishment
of Judo; he supported Kano. Mifune wrote an essay entitled “Non c’è fine alla Via
dell’adattabilità e il cuore non vi scorge nemici.” I will quote it here, because this
essay includes Mifune’s view on Kano. It is a little long, but I want to read it
nevertheless. (I have underlined the most important parts of this essay.)
“Il Judo moderno è solitamente definito come uno sport, una disciplina di
combattimento, una via spirituale, un sistema di educazione fisica o un’attività
ricreativa; esso può essere interpretato così, o anche in altri modi. Tra tutte queste
proposte, le persone completamente dedite al Judo scelgono quella della Via, ma la
maggior parte dei 6 milioni di praticanti non giunge a questo livello di
comprensione. Ciò accade perché gli interessi personali hanno ristretto gli scopi del
Judo e molti dei suoi aspetti importanti sono stati trascurati a favore di una visione
specializzata. Per vedere il Judo nella sua vera luce è necessario considerare
l’originale Judo-kodokan, perchè esso rappresenta l’anello di passaggio tra l’ideale
guerriero dell’età feudale e la concezione sportiva tanto diffusa ai nostri giorni.
Jigoro Kano, nato nel 1860 e morto nel 1938, è stato il Fondatore del
Judo-kodokan. La personalità di quest’uomo, la sua genialità come educatore e la
32(233)
sua filosofia personale in questo idealista hanno avuto grande importanza nel
determinare la natura del Judo-kodokan originale. Kano, l’educatore, credeva
sinceramente che la prosperità delle Nazioni del mondo dipendesse dalla pienezza
dell’energia rappresentata dall’eccellenza delle qualità morali dei cittadini e dal
vigore dei loro corpi.
Da bambino Jigoro Kano era preoccupato per il suo stato di salute; la gracilità lo
rendeva spesso vittima dei prepotenti e la cosa lo umiliava. Per rinforzarsi affrontò
un programma di esercizi fisici praticando base-ball, canottaggio, ginnastica,
alpinismo, e che ormai disponeva di un fisico robusto. Ma la svolta nella vita di
Kano giunse quando decise di studiare il Jiu-jitsu.
Nel 1877 Kano entrò nella scuola Tenjin-shin’yo, sotto la tutela di Fukuda
Hachinosuke, che era stato allievo di Iso Mataemon, fondatore della scuola. Questo
stile di Jiu-jitsu, nell’epoca Meiji, trascurava gli ideali guerrieri, ma era ancora
considerato un valido metodo di difesa personale.
Fukuda impartiva lezioni molto rigorose ai discepoli, che si rivelavano meno
devoti allo studio del giovane Kano, il cui interesse per il Jiu-jitsu invece cresceva
ad ogni allenamento anche se la severità degli esercizi fisici era notevole. La
specialità di Tenjin-shin’ yo-ryu era l’ate-waza (tecniche per colpire) e
katame-waza (lotta corpo a corpo).
(omissis)
La morte di Fukuda portò Kano sotto la guida tecnica di Iso Mataemon, il figlio
del Fondatore di Tenjin-shin’yo-ryu. Ma la morte di quest’ultimo costrinse Kano
a continuare i suoi studi presso altre scuole.
Nel 1881 entrò in Kito-ryu, nei corsi di Mo Iikubo Tsunetoshi. A quel tempo
anche questa scuola mancava di una visione guerriera. Gli insegnamenti di Iikubo,
chiamati ‘ran’ (letteralmente ‘libertà d’azione’, da cui deriva la parola randori)
erano considerevolmente diversi da quelli del Jiu-jitsu di altre scuole. Iikubo
Japanese Modernization and the Thought of Kano Jigoro: in Comparison with the Thought of Inoue Enryo 33 (232)
richiedeva un allenamento fisico meno intenso e l’attenzione era spostata
sull’astratto simbolismo delle tecniche fisiche. L’enfasi di Kito-ryu era posta sul
nage-waza.
Gli efetti uniti degli allenamenti di Tenjin-shin’yo e Kito-ryu, non solo
migliorarono ulteriormente il fisico di Kano, ma lo invogliarono ad approfondire la
conoscenza del Jiu-jitsu. Intraprese uno studio accademico degli altri bujutsu-ryu
classici, specialmente la tradizione del combattimento senz’armi di Sekiguchi e
Seigo-ryu. A quel tempo il Giappone era influenzato da una corrente di pensiero
che vedeva i cittadini schierati contro i costumi, le istituzioni e i credo
tradizionali. Kano lamentava che il Jiu-jitsu classico fosse caduto in disuso e con
esso si fosse abbassato il prestigio di molti Maestri. Per la piaga sociale ed
economica causata dalla mancanza di discepoli, molti di questi si prestavano a sfide
con poste in palio o a dimostrazioni burlesche per il divertimento di spettatori
paganti. Kano invece considerava il Jiu-jitsu come un elemento della cultura
nazionale, una conoscenza meritevole di rispetto da parte del Giappone. Perciò si
impegnò a riportarlo agli onori che gli erano dovuti.
(omissis)
Il Judo-kodokan è un sistema decisamente eclettico; per formularlo Kano attinse
liberamente a fonti classiche giapponesi già esistenti. Per esempio, nello scegliere il
nome Kodokan, Kano era già a conoscenza dell’esistenza di Kodokan a Mito, nella
prefettura di Ibaragi. Il Mito-kodokan venne fondato dal daimyo Tokugawa
Naryaki nel 19°secolo come accademia di studi classici; allievi di questo istituto,
come Aizawa Seishisai e Fujita Toko svilupparono quel nazionalismo sciovinista
che ispirò l’abbattimento del bakufu Tokugawa e suggerì l’ideologia di Stato
dell’era Meiji e di quelle successive. La parola Kodokan è omofona a quelle del
Mito-kodokan, ma il primo ideogramma differisce da quello del Kano-kodokan;
comunque il significato generale di entrambi indica uno spirito di ricerca culturale.
34(231)
Il Kodokan di Kano significa: ‘ko’: lettura, studio, pratica; ‘do’: Via o dottrina; e
‘kan’: sala o luogo; cioè: Luogo per lo Studio della Via.
L’ideale e lo scopo del Budo classico, proposto come disciplina spirituale usata
come mezzo per raggiungere la perfezione, attraevano Kano, che chiaramente
intendeva il suo Judo-kodokan come un ‘michi-o-osameru’: percorrere la Via. Per
illustrare il suo metodo Kano scelse deliberatamente la parola ‘judo’ preferendola a
‘jiu-jitsu’ in modo da porre enfasi sull’importanza dell’aspetto filosofico inerente al
‘do’ intenso come Via dell’umanità. Ma Kano aveva anche delle ragioni pratiche
per tale scelta. Scrisse: ‘Molte scuole di Jiu-jitsu spesso indulgevano in pratiche
pericolose come proiezioni senza rispetto per l’avversario, ottenute attraverso la
torsione degli arti; questo portava gli spettatori a ritenere il Jiu-jitsu violento e
nocivo per il fisico. Inoltre esistevano delle scuole di Jiu-jitsu poco disciplinate, i
cui allievi si rendevano odiosi proiettando il prossimo o cercando il litigio. Per
questo le classi sociali più responsabili consideravano screditato il termine Jiu-jitsu.
Io dovevo dimostrare che il mio insegnamento, a differenza di quello del peggiore
Jiu-jitsu, era privo di pericolosità e non era usato per educare alla violenza. Se avessi
insegnato il mio sistema sotto l’etichetta Jiu-jitsu esso poteva venire rifiutato dalle
persone responsabili della nuova società’.
Oltre al rifiuto di legare il suo nome alla cattiva reputazione del Jiu-jitsu dell’era
Meiji, possiamo leggere nelle parole di Jigoro Kano la sua considerazione per le
classi sociali. Il fatto che Kano provenisse da una ricca e potente famiglia di
mercanti, insieme al suo elevato livello di educazione, lo rendeva estremamente
cosciente delle differenze sociali in termini di responsabilità. Questa sua concezione
lo convinse ad insegnare il Judo-kodokan solo a persone delle più alte qualità
morali. Kano non riteneva che il suo indiscriminatamente a tutti.
Il significato che Kano attribuisce alla parola ‘judo’ richiede un chiarimento: due
secoli prima Jikishin era stato il primo ryu ad usare la parola Judo e alcuni ryu
Japanese Modernization and the Thought of Kano Jigoro: in Comparison with the Thought of Inoue Enryo 35 (230)
classici l’avevano imitato in seguito. Allora Kano ha insistito sul suffisso ‘kodokan’
in modo che il suo insegnamento di Judo potesse essere distinto da quello di questi
stili antichi.”※2
Based on this essay, we can confirm the following:
(1) Kano recognized that Jiujitsu differed from Judo.
(2) Kano was convinced that each civilian has energy, and this energy would create
world prosperity.
(3) Kano felt that the Japanese nation despised Japanese traditional matters as
being behind the times.
(4) Kano thought that Jiujitsu contained an essence of valuable culture in Japan.
(5) Kano tried to materialize his own thought through the education.
https://tinyurl.com/ybe55kko
The link goes to a very long Google link to Toyo University and a pdf of a lecture on Kano shihan and Inoue Enryo, the founder of Toyo University.
There is a very long excerpt in Italian of a description of Kano shihan by Mifune Kyuzo. Sorry for the format and paging info; for a better view try the link above.
I find it odd that the lecturer, a Japanese, would not go to the source in Japanese, or is it possible that this is in fact an Italian essay by Mifune?
I can't find the reference online, even on Busen Milano's website:
Mifune Kyuzo, “Non c’è fine alla Via dell’adattabilità e il cuore non vi scorge nemici”,
Cesare Barioli diretto., Quaderni del Busen, No.1, Kyu-Shin Do, Milano, Dicembre
1991, pp. 29-31.
Any ideas would be welcome.
"Kano Jigoro’s Life and Mifune Kyuzo’s View on Kano
Mifune Kyuzo was one of the most important collaborators in the establishment
of Judo; he supported Kano. Mifune wrote an essay entitled “Non c’è fine alla Via
dell’adattabilità e il cuore non vi scorge nemici.” I will quote it here, because this
essay includes Mifune’s view on Kano. It is a little long, but I want to read it
nevertheless. (I have underlined the most important parts of this essay.)
“Il Judo moderno è solitamente definito come uno sport, una disciplina di
combattimento, una via spirituale, un sistema di educazione fisica o un’attività
ricreativa; esso può essere interpretato così, o anche in altri modi. Tra tutte queste
proposte, le persone completamente dedite al Judo scelgono quella della Via, ma la
maggior parte dei 6 milioni di praticanti non giunge a questo livello di
comprensione. Ciò accade perché gli interessi personali hanno ristretto gli scopi del
Judo e molti dei suoi aspetti importanti sono stati trascurati a favore di una visione
specializzata. Per vedere il Judo nella sua vera luce è necessario considerare
l’originale Judo-kodokan, perchè esso rappresenta l’anello di passaggio tra l’ideale
guerriero dell’età feudale e la concezione sportiva tanto diffusa ai nostri giorni.
Jigoro Kano, nato nel 1860 e morto nel 1938, è stato il Fondatore del
Judo-kodokan. La personalità di quest’uomo, la sua genialità come educatore e la
32(233)
sua filosofia personale in questo idealista hanno avuto grande importanza nel
determinare la natura del Judo-kodokan originale. Kano, l’educatore, credeva
sinceramente che la prosperità delle Nazioni del mondo dipendesse dalla pienezza
dell’energia rappresentata dall’eccellenza delle qualità morali dei cittadini e dal
vigore dei loro corpi.
Da bambino Jigoro Kano era preoccupato per il suo stato di salute; la gracilità lo
rendeva spesso vittima dei prepotenti e la cosa lo umiliava. Per rinforzarsi affrontò
un programma di esercizi fisici praticando base-ball, canottaggio, ginnastica,
alpinismo, e che ormai disponeva di un fisico robusto. Ma la svolta nella vita di
Kano giunse quando decise di studiare il Jiu-jitsu.
Nel 1877 Kano entrò nella scuola Tenjin-shin’yo, sotto la tutela di Fukuda
Hachinosuke, che era stato allievo di Iso Mataemon, fondatore della scuola. Questo
stile di Jiu-jitsu, nell’epoca Meiji, trascurava gli ideali guerrieri, ma era ancora
considerato un valido metodo di difesa personale.
Fukuda impartiva lezioni molto rigorose ai discepoli, che si rivelavano meno
devoti allo studio del giovane Kano, il cui interesse per il Jiu-jitsu invece cresceva
ad ogni allenamento anche se la severità degli esercizi fisici era notevole. La
specialità di Tenjin-shin’ yo-ryu era l’ate-waza (tecniche per colpire) e
katame-waza (lotta corpo a corpo).
(omissis)
La morte di Fukuda portò Kano sotto la guida tecnica di Iso Mataemon, il figlio
del Fondatore di Tenjin-shin’yo-ryu. Ma la morte di quest’ultimo costrinse Kano
a continuare i suoi studi presso altre scuole.
Nel 1881 entrò in Kito-ryu, nei corsi di Mo Iikubo Tsunetoshi. A quel tempo
anche questa scuola mancava di una visione guerriera. Gli insegnamenti di Iikubo,
chiamati ‘ran’ (letteralmente ‘libertà d’azione’, da cui deriva la parola randori)
erano considerevolmente diversi da quelli del Jiu-jitsu di altre scuole. Iikubo
Japanese Modernization and the Thought of Kano Jigoro: in Comparison with the Thought of Inoue Enryo 33 (232)
richiedeva un allenamento fisico meno intenso e l’attenzione era spostata
sull’astratto simbolismo delle tecniche fisiche. L’enfasi di Kito-ryu era posta sul
nage-waza.
Gli efetti uniti degli allenamenti di Tenjin-shin’yo e Kito-ryu, non solo
migliorarono ulteriormente il fisico di Kano, ma lo invogliarono ad approfondire la
conoscenza del Jiu-jitsu. Intraprese uno studio accademico degli altri bujutsu-ryu
classici, specialmente la tradizione del combattimento senz’armi di Sekiguchi e
Seigo-ryu. A quel tempo il Giappone era influenzato da una corrente di pensiero
che vedeva i cittadini schierati contro i costumi, le istituzioni e i credo
tradizionali. Kano lamentava che il Jiu-jitsu classico fosse caduto in disuso e con
esso si fosse abbassato il prestigio di molti Maestri. Per la piaga sociale ed
economica causata dalla mancanza di discepoli, molti di questi si prestavano a sfide
con poste in palio o a dimostrazioni burlesche per il divertimento di spettatori
paganti. Kano invece considerava il Jiu-jitsu come un elemento della cultura
nazionale, una conoscenza meritevole di rispetto da parte del Giappone. Perciò si
impegnò a riportarlo agli onori che gli erano dovuti.
(omissis)
Il Judo-kodokan è un sistema decisamente eclettico; per formularlo Kano attinse
liberamente a fonti classiche giapponesi già esistenti. Per esempio, nello scegliere il
nome Kodokan, Kano era già a conoscenza dell’esistenza di Kodokan a Mito, nella
prefettura di Ibaragi. Il Mito-kodokan venne fondato dal daimyo Tokugawa
Naryaki nel 19°secolo come accademia di studi classici; allievi di questo istituto,
come Aizawa Seishisai e Fujita Toko svilupparono quel nazionalismo sciovinista
che ispirò l’abbattimento del bakufu Tokugawa e suggerì l’ideologia di Stato
dell’era Meiji e di quelle successive. La parola Kodokan è omofona a quelle del
Mito-kodokan, ma il primo ideogramma differisce da quello del Kano-kodokan;
comunque il significato generale di entrambi indica uno spirito di ricerca culturale.
34(231)
Il Kodokan di Kano significa: ‘ko’: lettura, studio, pratica; ‘do’: Via o dottrina; e
‘kan’: sala o luogo; cioè: Luogo per lo Studio della Via.
L’ideale e lo scopo del Budo classico, proposto come disciplina spirituale usata
come mezzo per raggiungere la perfezione, attraevano Kano, che chiaramente
intendeva il suo Judo-kodokan come un ‘michi-o-osameru’: percorrere la Via. Per
illustrare il suo metodo Kano scelse deliberatamente la parola ‘judo’ preferendola a
‘jiu-jitsu’ in modo da porre enfasi sull’importanza dell’aspetto filosofico inerente al
‘do’ intenso come Via dell’umanità. Ma Kano aveva anche delle ragioni pratiche
per tale scelta. Scrisse: ‘Molte scuole di Jiu-jitsu spesso indulgevano in pratiche
pericolose come proiezioni senza rispetto per l’avversario, ottenute attraverso la
torsione degli arti; questo portava gli spettatori a ritenere il Jiu-jitsu violento e
nocivo per il fisico. Inoltre esistevano delle scuole di Jiu-jitsu poco disciplinate, i
cui allievi si rendevano odiosi proiettando il prossimo o cercando il litigio. Per
questo le classi sociali più responsabili consideravano screditato il termine Jiu-jitsu.
Io dovevo dimostrare che il mio insegnamento, a differenza di quello del peggiore
Jiu-jitsu, era privo di pericolosità e non era usato per educare alla violenza. Se avessi
insegnato il mio sistema sotto l’etichetta Jiu-jitsu esso poteva venire rifiutato dalle
persone responsabili della nuova società’.
Oltre al rifiuto di legare il suo nome alla cattiva reputazione del Jiu-jitsu dell’era
Meiji, possiamo leggere nelle parole di Jigoro Kano la sua considerazione per le
classi sociali. Il fatto che Kano provenisse da una ricca e potente famiglia di
mercanti, insieme al suo elevato livello di educazione, lo rendeva estremamente
cosciente delle differenze sociali in termini di responsabilità. Questa sua concezione
lo convinse ad insegnare il Judo-kodokan solo a persone delle più alte qualità
morali. Kano non riteneva che il suo indiscriminatamente a tutti.
Il significato che Kano attribuisce alla parola ‘judo’ richiede un chiarimento: due
secoli prima Jikishin era stato il primo ryu ad usare la parola Judo e alcuni ryu
Japanese Modernization and the Thought of Kano Jigoro: in Comparison with the Thought of Inoue Enryo 35 (230)
classici l’avevano imitato in seguito. Allora Kano ha insistito sul suffisso ‘kodokan’
in modo che il suo insegnamento di Judo potesse essere distinto da quello di questi
stili antichi.”※2
Based on this essay, we can confirm the following:
(1) Kano recognized that Jiujitsu differed from Judo.
(2) Kano was convinced that each civilian has energy, and this energy would create
world prosperity.
(3) Kano felt that the Japanese nation despised Japanese traditional matters as
being behind the times.
(4) Kano thought that Jiujitsu contained an essence of valuable culture in Japan.
(5) Kano tried to materialize his own thought through the education.